Attendo
E quando il tempo di Kairòs verrà Sulla pelle di latte di luna Si poserà il bacio della nera notte Piedi senza orme seguiranno lo stesso...
Ho sempre avuto bisogno di dare un senso a ciò che mi accadeva, cercare un luogo sicuro dove confinare i miei pensieri, le mie paure, e stare lì, non semplicemente per un mero sfogo, ma per cercarne un significato. Quando ero poco più di una bambina il mio diario divenne quel luogo dove entravo, a fare a me stessa una sorta di psicologia di emergenza, ad assistermi umanamente, tramutando quel mio sentire, fatto di grandi emozioni, di traumi e persino di orrori, nella scritta parola. Tanti hanno studiato e sperimentato, anche su sé stessi, come lo psicologo James Pennebaker l’enorme potere della scrittura espressiva per uno stato di benessere dell’individuo. Quando a soli otto anni conobbi le ingiustizie degli uomini e la morte di mio fratello, di soli undici anni, cominciai a scrivere, scrivere… soprattutto poesie. Soddisfacevano la mia urgenza, il mio silenzioso urlare, il dolore della mia anima che mi stava sedeva accanto e si interrogava sul senso della vita. Scrivere, come leggere, conduce in un posto dove potrà entrare sempre, anche furtivamente, un raggio di sole!